Monumento di Libero Andreotti ai caduti di Roncade   (Pagine 0 )      Fonte : Dedalo - Rassegna d arte diretta da Ugo Ojetti - Milano - Roma - 1922-23

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Book Antiqua;}} \viewkind4\uc1\pard\f0\fs24 IL MONUMENTO DI LIBERO ANDREOTTI AI CADUTI DI RONCADE \par Il piccolo comune di Roncade in provincia di Treviso ha avuto la buona idea di dare, senza concorso, la commissione del monumento in onore dei suoi caduti in guerra allo scultore Libero Andreotti. E questi ha modellato una delle poche sculture davvero monumentali, solenni ed italiane finora, su questo soggetto eroico, innalzate sulle nostre piazze. Trae questa scultura la sua ispirazione da un motivo classico frequente nella ceramica e nei piccoli bronzi greci ed etruschi: di Eos che salva il cadavere del figlio Memnone ucciso da Achille, portandolo in cielo. Ma da questa lontana ispirazione classica l'Andreotti \'e8 salito con potenza d'invenzione e di modellazione a creare un'opera originale e moderna, cio\'e8 viva ed espressiva. Per lui, come pei toscani del Rinascimento, il ricordo dell'arte antica \'e8, prima di tutto, una prova di nobilt\'e0 e di fedelt\'e0 alla tradizione patria. \par I meriti pi\'f9 evidenti di questo monumento sono l'armonia della composizione, l'equilibrio dei volumi, la semplicit\'e0 della modellazione, la chiarezza della figurazione: tutte qualit\'e0 che una volta sembravano necessarie alla scultura monumentale e che negli ultimi sessanta o settanta anni erano state perdute, anzi derise, col risultato che tutti vedono e sanno, e che si riassume nel diffuso desiderio di liberare tante piazze delle nostre citt\'e0 dai gesticolanti orrori che le ingombrano e deturpano. Nessuna parte di questa scultura \'e8 superflua: nessun punto di questo gruppo \'e8 vuoto od inerte. \par \par Forse l'Eroe caduto, definito con un meditato realismo nella parte inferiore del suo corpo, ha nel volto una bellezza un poco fredda e tonda, pi\'f9 di dormente che di morto : ma speriamo che lo scultore possa ancora, sulla cera, rendere questa bellezza pi\'f9 tragica senza pur toglierle nobilt\'e0. Questo diciamo perch\'e8 abbiamo ben sentito, guardando quest'opera, quale \'e8 stata la volont\'e0 dell'artista: che la contemplazione di essa opera non si risolva in pianto, ma in ammirazione ed in gloria. N\'e8 quest'arte cade nel lezioso e nell'approssimativo degli accademici senza anima e senza ossa. Basta guardare la sobria efficacia e la squadrata modellazione delle parti nude per convincersi che l'Andreotti non ha approfittato della allegoria astratta per sfuggire comodamente allo studio del vero, ma ha condotto questo studio del vero, con accordi di linee, bilichi di masse ed esclusione dei particolari inutili, a grandezza d'allegoria. \par \~ \par Ugo Ojetti \~\~\~\~\~\~\~\~\~\~\~ \par }